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blog del laboratorio DW3 Lxweb 2005

Wednesday, November 30, 2005

diario di bordo creazione sito, post 1

il sito che voglio realizzare per il lab DW3 è quello necessario per la presentazione della tesi
dubito che il prodotto finito –la tesi- sarà fatta esclusivamente in dream, infatti conto di aggiungere elementi costruiti con l’ausilio di altri prodotti come per esempio flash; tuttavia la base sarà questa quindi tanto vale cominciare!
a dire la verità della tesi ho solo qualche contenuto sparso al momento e non so nemmeno bene come si andrà a sviluppare ma anche il progettare il sito può essere un modo per iniziare a rifletterci seriamente

IA discovery:
definizione dell’utenza
i professori in prima battuta ma poi –si spera- anche altri individui che potranno trovare interessante consultarla, ma indubbiamente i primi fruitori in questo momento mi interessano di più

gli obiettivi del sito
dimostrare (miiiiii che parolona) che l’uso di google ha modificato i comportamenti degli utenti della rete, partendo dalle analisi sul medim di mcluhan

l’attività di benchmarking
mi devo andare a cercare un po’ di tesi, anche per vedere come gli altri hanno presentato loro stessi ed i loro lavori, non nutro grandi speranze di trovare qualcosa sul mio argomento in quanto ho già fatto un bel po’ di ricerche con risultati nulli.

ricerca su information architecture

L’information architecture (più brevemente I.A.) non è altro che la costruzione del modello del sito in tutti i suoi aspetti: contenuti, design, funzioni, interfaccia, struttura di navigazione, metafora, etc.
Sembra superfluo dire, a questo punto, che l’IA è il primo passo da compiersi per la progettazione, il design e la realizzazione di un sito.

Possiamo schematizzare l’attività di IA in 4 step:
- discovery
- analysis
- architecture
- develop

discovery
il primo passo in questo processo è definire gli obiettivi che il sito si pone di raggiungere, lo so che pare una cosa stupida ma non è così e comunque come amano dire gli americani una volta che si è posto un obiettivo si è fatta il 50% della strada per raggiungerlo
avere chiari gli obiettivi e scriverli farà da direttrice e da strumento di confronto via via che si attraverseranno le altre fasi della IA
il secondo passo è l’individuazione del target dei possibili/probabili fruitori del sito, si devono individuare almeno 3 classi di utenti e di ciascuna tutte le precipue caratteristiche (modello cognitivo dell’utenza) per fare sì che il sito poi risponda alle loro esigenze e quindi diventi per loro easy-to-use oltre che, ovviamente, utile
terzo ed ultimo passo di ‘discovery’ è l’attività di benchmarking, cioè l’osservazione attenta di quanto hanno posto in essere i competitor più affidabili e/o più simili all’azienda della quale si sta curando il sito
sintetizzando tutto ciò che concerne la fase discovery possiamo dire che plasma le strategie per la realizzazione del sito, quindi è una fase molto delicata in quanto un errore in questo momento può condizionare la buona riuscita di tutto il lavoro

analysis
il primo passo di questo secondo processo è l’inventario dei contenuti del sito stesso e la loro relativa classificazione
il secondo passo è il lavoro sui task: inventario, gerarchia, sequenza; a questo segue l’analisi dei flussi informativi
il terzo passo, avendo a nostra disposizione quanto ci serve per mettere in relazione tutti i dati acquisiti sugli utenti con gli obiettivi che il sito si pone e sapendo anche attraverso quali task effettuare il tutto, è il lavoro creativo del mapping di tutti i come e i dove gli utenti possono trovare quali e quante informazioni
fatto ciò si può procedere con la simulazione degli scenari per l’utente e il test sull’interazione tra l’utente ed il sito

architecture
questa è la fase nella quale si consolida quanto fino ad ora realizzato scendendo al massimo livello di dettaglio consentito
per ciò che riguarda i contenuti si parte dalle macro aree fino ad arrivare ogni singola voce
ove richiesto dalla complessità del progetto si deve realizzare un piano editoriale che descriva ‘l’involucro’ dei contenuti, vale a dire lo stile di scrittura, il registro da utilizzare etc.
poi si scende nel dettaglio della conformità di segni e strutture per assicurarsi che siano coerenti ed omologati
e ora siamo arrivati alla progettazione della navigazione del sito: primaria, secondaria e tutti gli strumenti di ausilio relativi (mappa, indici, motore di ricerca etc)

develop
questa è la fase della più alta definizione degli elementi di dettaglio e l’inizio delle fasi più operative come la realizzazione della mappa del sito e la produzione della documentazione di progetto che diventerà la bibbia per tutti coloro che si misureranno con la realizzazione del sito stesso

fonti:
http://www.html.it/, Beatrice Ghiglione
http://www.informationarchitecture.it/, Laura Caprio
http://hotwired.lycos.com/webmonkey, John Shiple, aka Squishy
lezioni di dw3, Vito Evola

Thursday, November 17, 2005

ricerca sulla nascita di XHTML e delle differenze con HTML

Perché nasce l’XHTML?
A gennaio del 2000 HTML viene rimpiazzato da XHTML (eXtensible HyperText Markup Language).
XHTML è nato per varie esigenze.

Prima di tutto HTML era nato per i computer e si è sviluppato sempre nell’ottica di essere utilizzato attraversoi i computer.

La diffusione di nuovi devices,come palmari o cellulari, per la consultazione di siti ha reso necessario l’uso di un linguaggio che avesse le caratteristiche di flessibilità e portabilità su tutte queste piattaforme alternative, la risposta a queste esigenze è XHTML.

XHTML nasce inoltre dall’esigenza di un web semantico e dalla necessità di mettere ordine nel mondo dei siti in html in cui i developers hanno utilizzato in modo improprio i tag semantici solo per dare una formattazione esteticamente soddisfacente non prendendo in considerazione l’utilizzo per cui alcuni tag erano nati (come i tag di formattazione dei caratteri che sarebbero utili per i reader che aiutano gli ipoventi nella lettura dei siti)

Quali sono le differenze tra XHTML e HTML?
Da un punto di vista tecnico XHTML 1.0 è una riformulazione dell'HTML 4.01 come applicazione XML, cioè come linguaggio definito tramite XML.
Ciò vuol dire che le modifiche apportate all'HTML 4.01 sono essenzialmente di natura sintattica e non prevedono l'introduzione di nuovi tag.
Continueremo tuttavia ad utilizzare tag come body o table ricordandoci però che XHTML eredita il carattere pignolo di XML.
Infatti, la flessibilità sintattica dell'HTML e l'abitudine alla tolleranza agli errori da parte dei browser si scontra con la rigidità sintattica tipica dell'XML.

Cosa c’è di diverso nella sintassi xhtml:
- xhtml è case sensitive, quindi si scrive minuscolo (l’ html non è case sensitive)
- in xhtml è obbligatoria la dichiarazione del tipo di documento (Document Type Definition DTD)
- in xhtml è obbligatorio usare le virgolette (“) prima e dopo il valore degli attributi
- in xhtml è obbligatorio chiudere tutti i tags, inclusi gli elmenti vuoti come per esempio br, hr, img src, ecc.
- tutti i tags vanno nidificati
- l’xhtml usa i fogli di stile (css) per la presentazione delle informazioni

fonti :

v. evola
appunti delle lezioni

http://www.html.it/ , la bibbia dell'html
http://www.cellamare.org/

Thursday, November 03, 2005

ricerca www, html, w3c

Il www nasce nel 1989 ad opera di Tim Berners Lee, ricercatore del Cern -laboratorio europeo per lo studio della fisica delle particelle- che pensò al world wide web come ad uno strumento agile atto a permettere lo scambio di informazioni in modo efficiente e facile tra i ricercatori di tutto il mondo.
Nel 1991 viene presentato al comitato di coordinamento del Cern di Ginevra dal quale viene approvato, ricevendo così il suo primo riconoscimento ufficiale.
Questo strumento ideato per la comunità scientifica si trasforma in modo decisivo in qualcosa di fruibile per il mondo intero quando nasce il primo browser grafico, che consente la consultazione della rete come un ipertesto ricco di link ed immagini.
Questo contribuirà alla diffusione dell’uso di internet stessa.
Netscape Navigator, erede del primo NCSA Mosaic, messo in distribuzione gratuita sul web nel 1995 farà di internet e del web il territorio di convergenza tra i vari media.
L’html –hypertext markup language- linguaggio di marcatura basato su testi utilizzato per il www consente di definire, attraverso dei tags, un insieme di caratteristiche formali, links etc leggibili da browser diversi.
Le sue origini sono coeve del www e hanno la stessa motivazione: rendere facilmente fruibili patrimoni di conoscenza.
Siamo oggi arrivati alla versione 4.01 di html, ma non andrà oltre in quanto è stata abbandonata la sua evoluzione a favore di altri linguaggi come xml -versione semplificata di sgml- nato per superare i limiti dell’html quali l’impossibilità di creare un contenuti diversi per diversi strumenti di visualizzazione e la creazione automatica di indici e sommari che renderebbero molto più semplice il lavoro dei motori di ricerca.
Sgml è appunto l’antenato dell’html, nato nel 1986, abbandonato a causa della sua estrema complessità che configgeva con le motivazioni che avevano spinto alla creazione del www.
Le prime versioni dell’ html permettevano solamentela scelta tra due tipi di carattere uno monospaced ed uno no. Solo nella versione 3.2 è stato possibile personalizzare l’aspetto dei testi attraverso i tag font color, size e face.
La versione 4.1 consente un supporto molto migliorato per la gestione dei fogli di stile (css) e delle tabelle la cui possibilità di formattazione è stata decisamente potenziata.
Il w3c –word wide web consortium- è l’organismo internazionale che definisce gli standard del web, presieduto dal solito Tim Berners Lee.
La sua missione è garantire la compatibilità di tutti i nuovi standard che le industrie propongono per il www. Una sorta di grande ordinatore di questo complesso e multiforme universo.


fonti :

bettetini, garassini, gasparini, vittadini
i nuovi strumenti del comunicare
ed. bompiani

http://www.wikipedia.org/ , enciclopedia on web

http://www.uga.edu/, university of georgia